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Sulle trace degli Ephrussi

Una mostra al Museo ebraico di Vienna dall’inizio di novembre mette in luce il forte legame che ha unito i destini della famiglia Ephrussi a Vienna.

Quella degli Ephrussi è stata una delle famiglie più influenti d’Europa. Ancora oggi il clan di banchieri Ephrussi attira su di sé gli sguardi e l’interesse come un tempo. Nella Vienna in pieno sviluppo del 19° secolo la famiglia originaria della Russia trovò la sua nuova casa. Trasferitisi a Vienna da Odessa, i suoi antenati espansero il loro impero nel cuore della monarchia austroungarica.

Il Palais Ephrussi in Universitätsring 14 è ancora oggi la testimonianza viva del grande successo e dell’enorme ricchezza della famiglia. Il palazzo fu progettato e realizzato ai tempi della cosiddetta Gründerzeit (ultimi decenni dell’Ottocento) niente meno che dal grande architetto Theophil Hansen con forme neorinascimentali. Lo sfarzoso edificio sulla Ringstrasse oltre ad essere la residenza della famiglia era anche una sorta di "condominio" di lusso, in quanto sopra l’obbligatorio piano padronale vennero realizzati addirittura degli appartamenti da affittare.

Con l’Anschluss dell’Austria al Reich tedesco iniziò la tragica caduta della famiglia. Espropriati, esiliati e privati di ogni mezzo di sostentamento, gli Ephrussi divennero cittadini del mondo. Le loro peregrinazioni li portarono dall’Austria alla Francia, all’Inghilterra, alla Spagna, agli Stati Uniti, al Messico e addirittura al Giappone. Oggi i membri della loro famiglia sono sparsi in tutto il mondo.

Edmund de Waal, egli stesso discendente degli Ephrussi, raccontò per la prima volta nel 2011 nel suo bestseller "La lepre dagli occhi d’ambra" dell’ascesa della famiglia dei banchieri, della loro cacciata per mano dei nazionalsocialisti e della ricerca delle proprie radici. 

Il Museo ebraico di Vienna con l’eredità di de Waal ripercorre, attraverso gli oggetti esposti, la storia delle persone che un tempo li collezionarono. Il nucleo centrale dell’esposizione è l’archivio di famiglia che de Waal ha donato al Museo ebraico nel 2018. Uno spazio speciale è riservato naturalmente alle 157 netsuke (ninnoli giapponesi, intagliati generalmente su radica o avorio), che la famiglia ha messo a disposizione del museo come prestito. 

Gli Ephrussi. Un viaggio nel tempo. 6/11/2019 – 8/3/2020
www.jmw.at

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